Storia

Il casale è stato costruito in più fasi durante i secoli. Ve le raccontiamo in breve.

IV sec. – Ci troviamo a sud di Trani (Puglia), su terreno tufaceo prossimo (600m) alla chiesa ipogea di Santa Geffa del IV sec. Qui si è insediato un pastore che ha scavato nel tufo una stalla ipogea, in parte ancora visibile integra, mentre della restante parte se ne vedono alcune pareti, segno di un parziale crollo avvenuto nei secoli. Nel punto focale dell’originale struttura, è inciso un crocefisso latino ancora visibile, comparso durante i restauri.

XVI sec. – La Regia Dogana delle Pecore, del Regno di Napoli, che istituì il Regio Tratturo Barletta-Grumo (vicino a noi), autorizzò i pastori ad edificare per loro e per gli animali. In questo periodo si aggiungono nuovi volumi alla struttura mantenendo alcune delle preesistenti pareti; si costruisce anche il piano rialzato in cui ora ci sono le stanze “Jazzo” e “Regio Tratturo”; si realizza uno Jazzo (recinto per le pecore – parzialmente ancora esistente) sfruttando la pendenza del terreno; e si comincia a dare ospitalità a pastori e greggi affinché’ concimino i campi vicini.

XIX sec. – Nel 1790 i terreni diventano acquistabili. La Chiesa ne compra quelli di cui già usufruiva, creando un latifondo. Questi terreni erano divenuti di proprietà dell’Arcivescovo di Trani, il quale nel XVIII sec. costruisce il Casale di Monsignore, ancora esistente e a noi confinante. Nei pressi di questo “casale a villaggio’ si costruiranno diversi edifici per il lavoro e per la vita dei contadini. Compare l’ulivo e la coltura si estende su tutta la zona. Compaiono i frantoi, ma la nostra struttura resta una stalla con abitazione per contadini e pastori. Nel 1850 decade la proprietà da parte della Chiesa. Terreni e costruzioni diventano privati e cominciano a frammentarsi. Nel 1870 circa la nostra struttura si distacca dal Casale di Monsignore, ne costruiscono i muri di confine, nuovi volumi nel piano seminterrato e nel piano rialzato (inclusa la stanza “Massaro”), il balconcino e la scalinata di ingresso. Il casale diventa un frantoio con annessa stalla e casa padronale impostata come casa vacanze.


Oggi – Nel 2018/2019 la struttura è stata restaurata. Dagli scavi son comparse 4 basi delle presse per l’olio, la vecchia struttura ipogea, le incisioni nei muri in tufo, le vecchie finestre della casa del XVI sec. (oggi nicchie per i lavandini), e tanto altro. È stato creato il balconcino della stanza “massaro” e l’opposto terrazzino panoramico.